“Riflettori su…”, di marzo, ospita il mio breve monologo teatrale “La tabaccheria di Via delle Armelline” su Manì Polà attrice, un personaggio di pura fantasia, un testo sulle manipolazioni nelle relazioni. Ringrazio Silvia Arosio che mi riporta a casa tra le pagine autorevoli del Teatro.
“Riflettori su…” è il periodico in abbonamento diretto da Silvia Arosio.
La versione integrale in uscita domani, sul numero di marzo, di “Riflettori su…”
In Via delle Armelline, al civico 34, ho un bar tabaccheria.
La prima a entrare, tutte le mattine, è Lady Manì Polà, attrice.
«Cappuccino con cacao e croissant alla crema» ordina e mica dice “cappuccio” e “brioche” come tutti i milanesi, la fetente.
«Dammi anche le Marlboro Lights da diesci».
Allarga le “e” come volesse presentarmi le tonsille e strascica le “c” come fossero “sc”.
Le “s” le brillano tra i denti. Parla strano l’attrice, per via – dice lei – delle sue frequentazioni romane.
«Cinema» soffia fuori, con quel suo naso all’insù che sembra pinzato con una molletta. «Sono andata a Rroma a fare il cinema».
Che poi, non ha mica bisogno di andar fin laggiù, il cinema lo sa fare anche qua.
Mia zia lo diceva spesso: «Quella lì la fa semper su un cinema. Ma l’è minga colpa del ghisa se la ciapa la multa, è lei che parcheggia davanti alla vetrina della Iole, cara, che la detesta”.
La Manì viene qui da me a fare colazione tutte le mattine, perché dice che suo marito sbava e sbriciola e, ai di lei trent’anni di meno, tutta quella lumacatura urta il sistema nervoso. Diventa collerica, perché lui fa rumore a tavola, risucchia il caffelatte, il grumo rappreso gli penzola dalle labbra, di frollini fa poltiglia e, mentre spalma la marmellata, gli si rompono le fette tra le mani e lei sa essere sottile nel mesto defilarsi.
(segue…)