Le anime sono elementi incorporei appesi sullo stenditoio circolare di un tintore. Così ho visto, così i miei occhi le hanno viste; non stavano ferme, si muovevano. Scorrevano lente sopra a un filo. Alcune spente ma altre, luminescenti, riflettevano le fiamme del firmamento.
Quelle buie, scarto di polvere e malvagità, non tornano nel circolo. Alla fine del giro vengono inghiottite dalla Terra e non sapranno mai della Bellezza concepita da Dio; saranno le masse dure delle caverne dell’orrore.
Le altre hanno la colorazione azzurra del guado[1] e si dileguano nell’Eterno. Le anime luminose hanno il profumo del cielo, dell’acqua nanfa[2] e del gelsomino[3] comune agli Angeli. In qualche tempo torneranno redente, più luminose che mai. Nella prima visione le mie viscere vennero scosse, e ogni minuto diventava peggio, i miei sensi vinti: il mio modo di conoscere fu alterato, e io non mi ritrovavo più. Fu l’ispirazione divina a diluire il sapere nella dottrina della mia anima, goccia dopo goccia, come una pioggia soave. Mi resi conto che quello doveva essere l’inizio di una nuova conoscenza, mai prima rivelata. Devo adesso indagarne i dettagli, ogni visione contiene messaggi che possono ridare all’umanità la chiave della salute e della salvezza. Ciò che ho udito non ha nulla a che vedere con il linguaggio della parola, della medicina; il codice divino usa corpi, abbagli di fiamme, o nubi che vagano nella sfera dell’aria più pura. Ho trovato una lingua semplificata per esprimere cose non dette, e per tradurre il verbo divino: nelle mie visioni non mi si insegna a scrivere come scrivono i filosofi. È ignota questa lingua. Ve ne parlerò.
VanIX
[1] Pianta per tinture, colorate soprattutto azzurro. Molto usata nel Medioevo
[2] Neroli o estratto fiori d’arancio
[3] Profumo preferito degli Angeli