Il dolore sa confonderci, sa piegarci con la sua inconsistenza.
È una sostanza metafisica, è la prospettiva formale del nostro modo di ragionare.
Va ovunque, non contempla eccezioni, va in alto tra giri di nuvole, va in basso nel sottofondo dell’umano dove persino i topi non osano vagare per non insozzargli il passo.